Cambio ai vertici di OpenAI: via il creatore di ChatGPT

Secondo alcune ricostruzioni dei media americani, il board non avrebbe condiviso le strategie dell’AD Sam Altman sugli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale e sui costi dell’evoluzione.

OpenAI, la no profit a cui fa capo ChatGPT, ha congedato il suo co-fondatore e amministratore delegato Sam Altman, persona-immagine dell’azienda e considerato une dei “padri” dell’intelligenza artificiale. Una mossa a sorpresa che suscitato grande attenzione anche mediatica per le modalità e per le ragioni non del tutto chiare. Il suo posto sarà preso ad interim dalla Chief Technology Officer Mira Murati, 35enne ingegnere di origini libanesi. Dopo questi eventi aziendali, si è dimesso anche Greg Brockman, presidente e co-fondatore di OpenAI. “Continuo a credere nella missione di creare un’intelligenza artificiale generativa sicura e che porti benefici per l’umanità”, ha scritto sul social X (affermazioni riprese anche da ANSA). Motivazione ufficiale del licenziamento da parte del CdA: una revisione voluta dal CdA stesso e dalla quale è emerso che Altman non sempre è stato “candido nelle comunicazioni con il board, ostacolandone la capacità di esercitare le sue responsabilità. Il cda non ha più fiducia nella sua capacità di continuare a guidare OpenAI”. Altman affida il suo commento a caldo a X: “Mi è piaciuto il mio tempo a OpenAI. Avrò altro da dire al riguardo più avanti”. Fra i quotidiani che hanno ripreso la notizia, il Corriere della Sera con un articolo a firma di Massimo Gaggi pubblicato lo scorso 18 novembre: Il consiglio d’amministrazione di OpenAI Inc. la società filantropica fondata nel 2015 che governa quella operativa, con fini di lucro creata nel 2019, OpenAI Global LLC, ha usato un linguaggio insolitamente esplicito e brutale per liquidare l’imprenditore che l’ha guidata dalla sua nascita e che ancora una settimana fa era stato padrone di casa al DevDay, la conferenza degli sviluppatori della società. Ora si cerca di capire cosa è successo di così grave. Nell’ultimo anno OpenAI, oltre a lanciare ChatGPT, ha dato un grande ruolo a Microsoft che ha investito nella società altri 10 miliardi di dollari oltre a quello versato nel 2019, quando nacque il braccio commerciale della società. Qualche giorno fa Altman aveva detto al «Financial Times» di sperare che Microsoft investa ancora di più per finanziare i costi di sviluppo delle intelligenze di OpenAI che si stanno rivelando davvero enormi. Microsoft vuole più potere? È temuta perché invadente?
I media statunitensi hanno azzardato diverse ipotesi, fra cui quella che sarebbe stato travolto dal business della prossima intelligenza artificiale, GPT-5, che ha costi elevatissimi e non sta funzionando. Possibili, enormi costi aggiuntivi potrebbero essere stati scoperti dal board all’improvviso. Altman potrebbe essere stato così accusato di aver occultato perdite molto rilevanti che mettono a rischio il futuro dell’azienda o di aver aperto ulteriormente le porte a Microsoft all’insaputa del consiglio d’amministrazione.