Un primo passo, ma fondamentale, per portare i limiti elettromagnetici italiani ai livelli richiesti dall’industria delle telecomunicazioni e per diffondere le reti 5G o altri sistemi evoluti della digital transformation. È stato approvato l’emendamento che consente l’innalzamento dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità relativi ai campi elettromagnetici. I valori passano – “in via provvisoria e cautelativa”, si legge nel testo – dagli attuali 6 volt metro a 15. Ora bisognerà aspettare i decreti attuativi. Da sottolineare che si tratta comunque di un valore più basso dei 24 proposti nel provvedimento presentato al Consiglio dei ministri di luglio ma poi bocciato. Dedicano attenzione all’argomento diversi organi di stampa, fra cui il magazine economico-finanziario Teleborsa, con un articolo pubblicato lo scorso 27 ottobre: “Con l’approvazione dell’emendamento al Ddl Concorrenza che consente l’innalzamento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici, finalmente l’Italia si muove nella direzione europea, recuperando ritardi decennali. Nel nostro Paese il limite di emissione per i campi elettromagnetici era fermo a 6 V/m, risultando il più basso tra quelli dell’UE, tanto da frenare lo sviluppo delle reti 5G nelle aree urbane. Questa misura rappresenta una svolta importante per lo sviluppo del Paese: migliorerà infatti la connettività mobile sul territorio, garantendo una qualità di servizi superiore per i cittadini e consentirà alle imprese di diventare più competitive. L’avevamo detto e l’abbiamo fatto. Questo è il governo del fare”. È quanto ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in merito all’approvazione dell’emendamento al Ddl Concorrenza, in IX Commissione del Senato, che consente l’innalzamento dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità relativi ai campi elettromagnetici.
Come detto, i limiti di esposizione si alzano per ora dagli attuali 6 V/m ai 15 V/m per quanto attiene all’intensità di campo elettrico “E” mentre per quanto attiene al campo magnetico “H” arrivano a un valore pari 0,037 A/m. Per la densità di potenza il tetto è pari a 0,52 W/m2. Nella versione approvata dell’emendamento non viene fatta menzione a report annuali per coadiuvare l’Arpa nelle campagne di misurazione, indicazione di metodo che era stata paventata durante l’elaborazione della nuova norma. Ricordiamo che attualmente nell’Unione europea, 12 paesi (Portogallo, Spagna, Francia, Irlanda, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania, Finlandia, Estonia, Cipro) hanno seguito le raccomandazioni della Ue e hanno fissato il limite a 61 v/m. Cinque stati non hanno fissato limiti o li hanno fissati più alti delle raccomandazioni Ue (Olanda, Danimarca, Svezia, Lettonia, Austria). Otto paesi hanno posto limiti più stretti rispetto alle indicazioni europee (Italia, Belgio, Slovenia, Croazia, Grecia, Bulgaria, Polonia, Lituania).