Nonostante lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici non si sia mai interrotto, in Italia c’è ancora tanto lavoro da fare se si vuole sviluppare il mercato dell’auto elettrica. Una svolta potrebbe venire ora con l’arrivo delle ricariche super veloci e i modelli di auto elettriche capaci di sfruttarne i vantaggi. La ricarica completa potrebbe essere effettuata in pochi minuti. Oggi si possono sfiorare potenze di ricarica sino a 350 chilowatt e dopo una carica di dieci minuti percorrere in media oltre 300 chilometri, mentre con le colonnine meno veloci servono da venti minuti alle due ore. E’ significativo che stiano nascendo accordi e joint venture tra costruttori di auto e gestori di energia per realizzare nuove reti più capillari e prestanti. Dedica attenzione al tema L’Economia del Corriere della sera con un articolo a cura di Marco Gasperetti, pubblicato lo scorso 30 ottobre, che fotografa la situazione Italiana: Gli ultimi dati elaborati da Motus-E non sono confortanti. Le auto completamente elettriche circolanti in Italia al 30 settembre sono poco più di 209.000, con le immatricolazioni full electric (le Bev) che nei primi nove mesi dell’anno sono state pari a 45.790 unità. La quota di mercato è ferma al 3,88% contro il 29,07% dell’Olanda, 18,59% della Germania, 16,38% del Regno Unito e 15,42% della Francia. Pure la Spagna ci supera con il 5,09%, grazie anche a incentivi statali che possono arrivare sino a 8.000 euro, il doppio che in Italia (senza rottamazione). “Numeri simili lasciano pensare che in Italia si sia innescata una resistenza quasi ideologica all’auto elettrica – sottolineano gli analisti di Motus-E -, figlia della circolazione di informazioni fuorvianti e di incertezza sul quadro normativo”.
L’articolo sottolinea, dati alla mano, come l’auspicato incremento dei punti di ricarica in Italia c’è stato ma è ancora troppo limitato. Siamo passati infatti dai 14.301 di giugno 2020 ai 45.210 del giugno di quest’anno. Il problema è che circa il 56% dell’infrastruttura è stato realizzato nel Nord Italia, solo il 21% nel Centro e il 23% nel Sud e nelle Isole. Con il primato della Lombardia (7.657 installazioni), davanti a Piemonte (4.514), Veneto (4.420), Lazio (4.351) ed Emilia-Romagna (3.966). Sempre nell’articolo si evidenzia come l’altra difficoltà è che la velocità di ricarica delle colonnine è ancora troppo bassa. Soltanto il 2% della rete ha infatti una potenza superiore a 150 chilowatt, il 3,8% varia dai 99 ai 150, il 3,4% consente di ricaricare tra i 43 e i 50 chilowatt mentre la stragrande maggioranza (86,2%) è ferma a una forbice tra i sette e i 43 chilowatt.
Come ricordato nell’articolo I principali gestori e distributori di energia si stanno adeguando: Plenitude prevede nel quadriennio 2023-26 di investire in generale nella mobilità elettrica mediamente circa 150 milioni di euro all’anno. L’obiettivo è raddoppiare la rete di ricarica raggiungendo entro il 2026 oltre 30.000 punti installati in Italia e in Europa. Un altro esempio interessante l’alleanza tra Enel e il gruppo Volkswagen che hanno costituito in joint venture Ewiwa, specializzata nella realizzazione di infrastrutture ad alta e altissima potenza. Sono già stati realizzati 950 punti di ricarica super fast e l’obiettivo è realizzare 3.000 punti di ricarica con una potenza da 100 a 350 chilowatt. Significativi anche gli investimenti di Tesla con le stazioni Supercharger, una settantina attualmente in Italia, che sono in grado di arrivare a una potenza di 350 chilowatt.