Prosegue il percorso nazionale verso lo sviluppo delle reti fise e mobili, con importanti passi in avanti e alcuni problemi, primi fra tutti quelli di ordine burocratico. Ricordiamo che recentemente TIM si è aggiudicata tutti i lotti di uno dei primi bandi di gara per le reti 5G nelle aree a fallimento di mercato con un contributo pubblico di 725 milioni di euro. Il bando di gara, gestito da Infratel Italia, società in-house del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), sulla base della convenzione stipulata con il Dipartimento per la trasformazione digitale e Invitalia, prevedeva 6 aree geografiche (i cosiddetti lotti), che sono stati tutti assegnati a TIM, con un finanziamento che copre fino al 90% del costo complessivo delle opere. Lo scenario è comunque molto ampio e il Governo sta intervenendo su vari fronti. Dedica all’argomento un suo editoriale Mila Fiordalisi, Direttore di Cor.Com Il Corriere delle Comunicazioni, pubblicato lo scorso 1 luglio: Restituire gli 1,2 miliardi risparmiati nell’ambito delle gare per la banda ultralarga; procedere con il finanziamento di nuovi interventi; costituire una sorta di fondo cassa per compensare eventuali costi a rialzo, a partire da quelli della fibra, in capo alle aziende aggiudicatarie derivanti dall’inflazione e dagli ulteriori impatti del conflitto russo-ucraino. Queste secondo quanto risulta a CorCom le tre ipotesi al vaglio del ministro dell’Innovazione e Transizione digitale. “Tra quattro anni le case degli italiani avranno una connessione fissa di almeno 1 Giga, le aree popolate saranno raggiunte dal 5G ad altissima capacità, tutte le scuole e le strutture sanitarie avranno la connessione adatta per garantire servizi ad altissime prestazioni. Lo abbiamo fatto portando allo Stato un risparmio di circa 1,2 miliardi di euro e un investimento da parte del privato, dove previsto, di oltre 2,2 miliardi di euro”, evidenzia il ministro Vittorio Colao. È la costituzione di un fondo per compensare gli extra costi delle aziende l’ipotesi più probabile, secondo quanto risulta a CorCom. Già ad oggi si sono registrati rincari sulle materie prime anche a causa delle difficoltà con l’approvvigionamento che fa il paio con quella dell’inflazione.
Nell’articolo di Cor.Com viene inoltre ricordato come I bandi Infratel per fibra e 5G sono stati tutti aggiudicati: Pienamente rispettate la deadline del 30 giugno: sui 6,7 miliardi disponibili ne sono stati aggiudicati 5,5 a seguito dei ribassi in fase d’asta. La questione dell’utilizzo concreto dei fondi a disposizione si lega direttamente alle dinamiche burocratiche di gestione. Un problema sul quale è intervenuto il cosiddetto “decreto Aiuti”. Come ricordato nell’articolo di Mila Fiordalisi, la nuova norma prevede una semplificazione dell’iter burocratico per l’installazione degli impianti di comunicazione elettronica. S’interviene all’interno del nuovo Codice delle comunicazioni elettroniche introducendo misure che favoriscono le telecomunicazioni mobili. Ciò solleverà gli enti pubblici da farraginose procedure burocratiche e dall’altro favorirà il raggiungimento degli obiettivi di transizione digitale fissati dal Pnrr.