Metaverso: molto più di un gioco

La realtà virtuale va ben oltre il gaming, aprendo soluzioni innovative in ambito industriale e dei servizi.

Il rebranding di Facebook in “Meta” ha posto all’attenzione mondiale il concetto di metaverso, sollevando la domanda se esistano specifici modelli economici legati allo sviluppo di questo percorso avanzato della digitalizzazione. Come noto, il termine “metaverso” può avere significati diversi. È stato creato da Neal Stephenson nel suo romanzo di fantascienza del 1992 “Snow Crash”, dove ha immaginato avatar realistici che si incontrano in edifici 3D e altri ambienti di realtà virtuale. Di base parliamo di metaverso quando utilizziamo combinazioni di più elementi tecnologici, tra cui la realtà virtuale, la realtà aumentata e video, in cui gli utenti “vivono” all’interno di un universo digitale. Sul fatto che il metaverso vada ben oltre il gaming delineando nuove economie, superando anche i confini della virtual e della augmented reality, si concentra l’attenzione dell’articolo a firma di Gianpaolo Colletti pubblicato lo scorso 28 aprile su il quotidiano Il Sole 24 ore: …il metaverso è già qui tra noi, anche se non è ancora distribuito uniformemente. Ma un’economia aperta potrebbe arrivare presto e diventare rivoluzionaria». Così ha scritto l’Economist, con un titolo che è una risposta alla campagna islandese: «Non ci prendiamo gioco del metaverso». In fondo questa economia potrebbe raggiungere i 13 trilioni di dollari per il 2030. A metterlo nero su bianco è la nuova ricerca promossa da Citi e che parla di piattaforme, token, criptovalute. Ma ciò che emerge dal rapporto intitolato “Metaverse and money, decrypting the future” è il nuovo valore dato al denaro in questa nuova generazione di Internet: «L’interoperabilità e lo scambio continuo grazie alla blockchain saranno fondamentali per garantire un’esperienza utente senza attriti», si legge nel rapporto.

Come si sottolinea nell’articolo, la questione pone come stringenti le dinamiche legate alla progettazione, alla remunerazione e al possesso delle chiavi di accesso al metaverso. Sarebbe utile che le aziende comincino a comprendere che il metaverso è un percorso significativo della transizione digitale. Sempre nell’articolo viene ricordato un passaggio culturale essenziale: bisognerebbe interrogarsi fin d’ora sulle possibili strategie e costruire un catalogo prodotti dedicato e arrivare per tempo a digitalizzare quello che occorre. Così nell’articolo: È una questione di tempo. Nel breve il metaverso è perfetto per settori come intrattenimento, moda e lusso, dove si creano anche modelli di business misti, ma diventerà anche luogo per settori più tradizionali. Quello che lo contraddistingue è la partecipazione, la presenza di sé ma anche di altre persone. Dimentichiamoci dell’aspetto gaming e immaginiamo una serie di ambienti differenti: da quelli lavorativi come gli uffici a quelli retail, da quelli industriali a quelli sanitari. Ambienti in cui le persone vanno oltre la videoconferenza e il rapporto con gli oggetti diventa reale, superando la pura logica dell’e-commerce, primordiale strumento di contatto tra prodotto e target. Il tutto senza interazione fisica.

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