Per le TLC la sfida con i colossi del web è sui servizi

Per Alberto Calcagno, CEO di Fastweb, siamo in una fase strategica che deve unire sviluppo delle infrastrutture e rilancio dei servizi agli utenti.

In un’intervista realizzata ad Andrea Calcagno dal giornalista esperto di TLC Andrea Biondi per Il Sole 24, pubblicata lo scorso 14 maggio, il CEO di Fastweb traccia alcune dei percorsi che reputa essenziali per non perdere un momento ricco di opportunità: «Ci siamo ripresi la parte più bella del nostro lavoro, quella di mettere in primo piano i servizi e non solo pensare alle infrastrutture». Alberto Calcagno, CEO di Fastweb è reduce dalla presentazione al mercato di un internet box di ultima generazione che nei fatti è un router integrato con l’intelligenza di Alexa. «Ci stiamo riappropriando di un terreno lasciato troppo in fretta agli Ott», i colossi del web. La ricetta per le Telco è fare competizione a queste realtà. «Noi lo facciamo da tempo e infatti ci definiamo un Ott infrastrutturato», dice l’ad di questa realtà che rappresenta «una storia di successo con i suoi 31 trimestri di crescita consecutiva nei conti» che nonostante il successo e le varie voci che si sono seguite negli anni «non è in vendita, anzi» e che ora guarda al PNRR presentato dal governo a Bruxelles come a «una grande occasione per tutto il settore delle TLC. Che potrà svoltare se ci si concentra sui giusti terreni di applicazione».

Nella sua intervista Biondi chiede a Calcagno tramite quali modalità le TLC potranno, grazie anche al PNRR, iniziare una nuova stagione di sviluppo. La risposta del CEO di Fastweb è decisamente significativa: È un’occasione fantastica. Ci sono le parti dedicate alle infrastrutture che sono fondamentali come dimostra il fatto che noi stessi abbiamo scritto con il nostro piano Next Generation 2025 della necessità di azzerare il digital divide. Ci saranno più di 6 miliardi per le reti VHCN, quelle ad alta capacità. Dal nostro punto di vista sono fondi da destinare nelle aree dove non ci sono iniziative private, ma potrebbe essere interessante utilizzarli per accelerare i piani privati in corso. Calcagno pensa ad incentivi e crediti fiscali. Ma soprattutto ai servizi, creandone di nuovi, trasversali e fondamentali per l’evoluzione digitale.

Molto caldo, come appunto ricorda Andrea Biondi nella sua intervista, è anche il tema della possibile unione delle reti di Fibercop (Tim) e Open Fiber. Fastweb è azionista di Fibercop. Il giornalista quindi chiede: Qual è la vostra valutazione? La nostra valutazione è che Fibercop deve concentrarsi nell’execution del piano industriale nelle aree nere. La cosiddetta rete unica è sempre stata un falso mito, più usata per fini di marketing politico. C’è già una pluralità di reti, nel fisso come nel mobile. Quello che posso dire è che in quelle zone dove non c’è ancora una rete ha senso un modello di coinvestimento: l’unico per garantire sinergie operative ed evitate duplicazioni di rete.

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